Cominciò un giorno di marzo. Poesie e dintorni

Andavo a Rapallo ed era un giorno di nebbia e non sapevo se avrei visto il mare da lassù appena prima di scendere dopo Arquata Scrivia. Uscito dalla galleria a ritmo lento apparve e quanto era trascorso prima scomparso. Una vista fugace subito dopo cancellata dai tornanti della discesa ma la mente si aprì ugualmente a nuove emozioni come quelle di un bambino ad ogni nuova scoperta. Eravamo forse usciti definitivamente dalla prigione triste dalla pandemia e dall'obbligo di serrare le labbra con le mascherine d'ogni forma o colore? Non ancora ma la voglia di ripartire intatta ed accresciuta come d'incanto. In "Cominciò un giorno di marzo" il desiderio di condividere con chiunque quell'attimo di ripristinata felicità qualunque fosse la sua durata. Giunse poi la foto del tramonto dorato anche nella città del gelido nord ed allora fu chiaro che la Primavera bussava alla porta e il cuore e la mente si potevano aprire a nuove e rinnovate sensazioni scambiando saluti e parole con chiunque incontrato.