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Abituati a cadere. Braccia stanche, scarpette strette e altre gioie dell'arrampicata: cosa ci insegna stare sulla roccia, un fallimento alla volta - Librerie.coop

Abituati a cadere. Braccia stanche, scarpette strette e altre gioie dell'arrampicata: cosa ci insegna stare sulla roccia, un fallimento alla volta

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€ 17,90
Dettagli
FORMATO Brossura
EDITORE De Agostini
EAN 9791221210637
ANNO PUBBLICAZIONE 2024
CATEGORIA Sport
LINGUA ita

Descrizione

Le gambe tremanti, il fiato mozzo, la gioia di arrivare in catena, il vuoto nello stomaco se scivola un piede: sono sensazioni che qualunque scalatore, esperto o alle prime armi, conosce. Chi non ha mai provato ad arrampicare non si spiega come tutto ciò possa accendere una passione che parrebbe più un martirio vero e proprio, eppure quasi tutti quelli che iniziano non smettono più, incuranti dei lividi e degli insuccessi. Perché ci si fa il callo (anzi: i calli), se ci si dota di una buona dose di autoironia (e un po' di masochismo). Perché ogni successo è una conquista che ripaga di tutti i fallimenti precedenti. Perché non si scala da soli, ed è bello accettare di aver bisogno degli altri. Perché l'arrampicata è preziosa maestra di vita quando ci mostra impietosamente i nostri limiti fisici e mentali e, allo stesso tempo, ci porta a superarli: scalare a volte fa paura, però si scala lo stesso. Chi arrampica si muove verso il cielo, però fa progressi solo chi trova il coraggio di cadere. Tra aneddoti spassosi e riflessioni personali, spiegazioni per neofiti e consigli pratici per chi già se la cava a scalare (ma magari non a cadere), Amedeo Cavalleri e il collettivo dei Brocchi Sui Blocchi sono autori di questo racconto spiritoso ed entusiasmante del mondo verticale, che è anche un manifesto dei suoi valori di condivisione, di rispetto per le altre persone e per il pianeta. È l'arrampicata divertente, di quelli "scarsi", che si fa con gli amici, lontano dalle logiche di performatività e del successo a ogni costo che ci stanno intossicando. È un invito a risvegliare il nostro spirito ribelle, non per fuggire dalla civiltà ma per immaginarne una diversa e tentare di costruirla in armonia con la natura, in risposta alle sfide lanciate dai tempi che ci troviamo a vivere. Per provarci, riprovarci, e commettere sicuramente nuovi sbagli ma senza più paura, perché arrampicando ci saremo ormai Abituati a cadere.