Se tornassero le tortore

"Se tornassero le tortore" che succederebbe? Se lo chiedono i protagonisti di questa raccolta, ogni volta diversi, selvatici, sardonici, mentre percorrono di nascosto il grande cammino dell'esistenza; sono corridori senza numero di pettorina, sono lumache veloci, lepri lente; i miei racconti - dice l'Autore - nascono sulla banchina dei moli di tutti i porti del mondo, si gonfiano ad un tavolo traballante di Starbucks, nelle periferie di Londra, in quel tempo grezzo in cui si cresce ma non ci è detto di quanto.Lo stile narrativo secco e senza filtri è la cura che l'Autore adotta per lenire l'angoscia subdola, perenne, di chi rischia senza possibilità, di chi annega e non chiede aiuto perché non vuole testimoni intorno, di quella solitudine celeste che appanna e fa condensa, le mattine d'estate.Giacomo Alberto Vieri è nato a Firenze nel 1986; laureato in Sociologia presso l’Università degli Studi di Pisa, vive con un pacchetto di sigarette sempre in tasca, il guinzaglio della piccola Zelda in una mano e una valigia di felpe e camicie vintage nell'altra; ha fatto il cameriere ad Oxford, il traduttore a Londra, il p.r. a Ibiza e “nel tempo libero” mette insieme progetti di ricerca sull’integrazione e la diversità culturale fra i banchi di scuola.Ha nove piercing e cinque tatuaggi, detesta il cibo giapponese e la parola “equilibrio”."Se tornassero le tortore" è la sua prima raccolta di racconti.