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Descrizione
Prendendo spunto da La Sfinge, opera di Leonardo Bistolfi del 1892, questo scritto delinea, con un impianto concettuale originale, le caratteristiche più profonde dell'arte plastica ottocentesca e primonovecentesca. Dispiegando, nel corso dei capitoli, un'analisi inaspettata, fondata su una scrittura rigorosa e documentata che si muove tra teorie letterarie romantiche, archeologia, filosofia, estetica ed iconologia sacra, l'autore mette a confronto una vasta casistica di opere antiche e moderne, delineando a poco a poco il crinale su cui un'epoca irripetibile, fatta di un'arte che presentava ancora un'anima allo stesso tempo realistica e spirituale, si innalza e si infrange. Nate sotto il segno lasciato, alla fine del secolo diciottesimo, da Goethe e Schiller, le opere di Bistolfi e Canonica, Rodin e Varni toccate da un'onda lontana che parte dalle più alte manifestazioni della statuaria greca e romana, emergono nella loro complessità simbolica, nella loro impostazione formale e nella loro concezione visiva, come ultime eredi di un'intera civiltà culturale.