essere un altro (un poco), essere altrove (qualche volta)

“E’ domenica, c’è il sole, ti pare che il mondo ti calzi a pennello e sia stato fatto su misura per te. Il tempo si è fermato. È beatitudine. Poi, una nuvola si sposta nel cielo, o un cane comincia ad abbaiare, un campanello squilla, un nulla, magari solo il suono del tuo cuore, e il tempo ricomincia a girare. La beatitudine non c’è più, come se fosse semplicemente sfilata via con quell’attimo, e per nessun’altra ragione. Come se tu l’avessi intravista dal finestrino mentre il tuo treno sempre in corsa era fermo alla stazione. Ora riparte, e quella figura stupenda che hai intravisto, la tua beatitudine di un attimo, esce dall’inquadratura del tuo finestrino.”Così Eros Di Maggio, professore di liceo, spiega alla moglie e agli amici la sua decisione improvvisa di saltare da quel treno in corsa per inseguire la visione di un istante. Così inizia la sua ricerca di una vita diversa tra le altre vite possibili, l’avventura, scombinata e grottesca, di “essere un altro, essere altrove”.