Tra limite e fondamento

Vi sono molte ragioni per riflettere sull’Europa e vi sono molte idee sull’Europa di cui analizzare le ragioni. In questa fase storica dell’“eterno ritorno” di fenomeni che credevamo ormai superati (come il razzismo e il suprematismo bianco, l’antisemitismo e l’odio interreligioso, il nazionalismo e il populismo), interrogarsi sull’Europa significa innanzitutto prendere coscienza di un problema; e tale presa di coscienza non riguarda questioni secondarie, affrontabili in tempi successivi. Aspettano una risposta urgente domande dalle quali dipende l’identità europea e, con essa, un futuro tutt’altro che scontato. Lo spunto da cui provare ad avviare una riflessione su questi temi non può che essere rappresentato oggi dalla questione dei migranti. Questi individui, troppo spesso corpi senza nome, ma non senza una storia, fanno da cassa di risonanza alle contraddizioni irrisolte dell’Europa contemporanea. Essi sono diventati il luogo umano nel quale si giocano partite ideologiche, campagne politiche, si decidono strategie elettorali e si formano e sciolgono governi. Ma perché i migranti coinvolgono ad un tale livello di profondità il senso, lo scopo e le ragioni del concetto d’Europa? Perché l’Europa è scossa nelle sue fondamenta dal loro continuo arrivo?