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Descrizione
Si tratta di un originale spaccato della vita quotidiana nell'Italia bellica di un intellettuale meridionale che si confronta, criticandola duramente, con la classe dirigente politica e militare dell'Italia del suo tempo e, stando dalla parte degli "umili fanti", descrive le quotidianità assurde della vita militare e la netta cesura tra "generali ignoranti e presuntuosi" e gente comune che impara a conoscersi e a darsi una dignità. Dignità che il tenente Stumpo rafforza con la lettura dei suoi classici preferiti da Euripide ad Eschilo, a Tacito e Virgilio e con il ricordo e gli incontri con i quattro fratelli, anche loro in guerra, ed il dialogo continuo con la moglie Finuzza. Da Porto Empedocle a Castelgandolfo, a Cervignano, al Cismon, a Cormons e nelle altre località delle Dolomiti Trivenete, il tenente Stumpo descrive vivaci quadri pieni di umanità in quella astratta e crudele vita militare che lo porta a non sentire "odio per l'austriaco quanto per il Governo e per i generali italiani" incapaci di dare attenzione e comprendere le proprie truppe e impreparati ad affrontare in prima linea i problemi di una guerra "nuova e globale".