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Giètz! - Librerie.coop

Giètz!

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€ 4,99
Dettagli
FORMATO pdf
EDITORE Tunué
EAN 9788867900169
ANNO PUBBLICAZIONE 2013
CATEGORIA Fumetti e graphic novels
LINGUA ita
Dispositivi supportati
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Descrizione

Con uno scritto di Paolo Fresu, Postfazione di Elisabetta UmilianiIl graphic novel di Andrea Campanella e Hannes Pasqualini sul mondo del jazz italiano, arricchito dagli scritti di Paolo Fresu e Elisabetta Umiliani.Giètz! vincitore a Romics del premio come milgior libro di scuola italiana.Hannes Pasqualini premiato per Giètz! al Treviso Comic Book Festival come miglior disegnatore italiano.La Spezia sul finire del 1944. La città è sotto i bombardamenti.Nicola Bertini è un giovane ventenne che suona la tromba nella banda Puccini. Sfilano i partigiani e gli americani. La musica passa da “o bella ciao” a “When the saints go marchin’ in “ dei soldati afroamericani. Uno di questi vede Nico che suona e lo fa salire a bordo del loro mezzo, e così viene preso per mettere su un orchestrina che suonerà musica italiana e americana. Nico diventerà un trombettista jazz, anzi “il trombettista” Jazz!«Finalmente un fumetto sul jazz italiano! E' una bella storia quella del trombettiere Nicola Bertini, e potrebbe essere la storia di uno dei tanti (giovani e bravissimi) trombettisti italiani. Giètz! è la parabola del jazz italiano di oggi, di quella musica che nasce nella provincia dello stivale grazie ai complessi e alle bande, e che attualmente è una delle proposte più interessanti e creative della nuova musica afroamericana, anche per merito di coloro che, nel dopoguerra, sono stati i padri e i precursori del nuovo jazz italiano». Paolo Fresu«Mio padre (1927-1997) mi raccontò che il 25 aprile del ’45 ad entrare in città per primi furono i partigiani, poi fu la volta delle camionette e dei carriarmati americani. La fanteria americana portava dolci per i bimbi e sigarette per gli adulti. Portavano anche musica. Era incisa su dischi chiamati “V disc” o “Dischi della Vittoria” e si chiamava Jazz. La musica fu il vero collante tra le truppe di occupazione e la gente comune». Andrea Campanella