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Eluana. La libertà e la vita
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Dettagli
FORMATO | epub |
EDITORE | Rizzoli |
EAN | 9788858607718 |
ANNO PUBBLICAZIONE | 2011 |
CATEGORIA |
Famiglia e relazioni |
LINGUA | ita |
Dispositivi supportati
Descrizione
“Ho perso mia figlia sedici anni fa, adesso le permetterò di morire per non continuare a subire un’indebita invasione del suo corpo e per non vivere una vita che lei stessa avrebbe reputato indegna “
Beppino Englaro
La battaglia di un padre perché sia riconosciuto alla figlia il diritto di libertà di cura e di terapia fino alle estreme conseguenze, nella condizione non più capace di intendere e volere.
“Se non posso essere quello che sono adesso, preferisco morire.”
Eluana Englaro aveva vent’anni quando ha pronunciato queste parole di fronte alla tragedia di un suo caro amico in coma. L’anno successivo, il 18 gennaio 1992, Eluana resta vittima di un gravissimo incidente stradale. La rianimazione la strappa alla morte, ma le restituisce una vita “assolutamente priva di senso e dignità” e dal 1994 è in stato vegetativo permanente: stabile e senza alcuna variazione. Quando si sono resi conto dell’irreversibilità della sua condizione, Beppino Englaro e la moglie si sono battuti perché venisse rispettata la volontà della figlia, sempre con discrezione e senza proclami, prendendo sulle proprie spalle il dolore di molti altri genitori che, come loro, una sorte avversa ha costretto a chiedere quello che mai un padre o una madre chiederebbero. Da quando poi la Corte d’appello di Milano, il 9 luglio 2008, ha autorizzato il padre- tutore a disporre l’interruzione del trattamento di alimentazione artificiale, l’esplosione dei dibattiti e dei ricorsi ha trasformato la vicenda di Eluana in un caso mediatico senza precedenti.
Oggi, Beppino Englaro, insieme a Elena Nave, racconta con semplicità e passione la storia di questa lunga battaglia, facendo chiarezza sui miti pseudoscientifici utilizzati per disorientare l’opinione pubblica e spiegando una realtà che potrebbe cadere addosso a ognuno di noi, e che non può lasciare indifferente nessuno perché, come scrive il padre, “la cosa importante, davvero importante, è non avere contro se stessi, la propria ragione, la propria coscienza”.