Nero

Sbattuto fuori di casa dal patrigno a tredici anni, Frank si barcamena tra i nonni paterni, la strada, le sbronze. Fino a quando non entra in contatto con il cameratismo delle teste rasate, gli skinhead. A qualcuno importa di lui, finalmente. Così è pronto ad assorbire tesi deliranti ma che sembrano suonare irrevocabilmente giuste - "ecco chi ti ha rovinato la vita!" - sulla supremazia bianca, sui "negri", sugli ebrei, a festeggiare il compleanno di Hitler, a farsi tatuare una enorme svastica sul collo. Sono anni di esaltazione e disordine. La scuola abbandonata e ripresa più volte. Le espulsioni. Le prime risse. I pestaggi a barboni, gay, a tutti i "diversi". Svelto e determinato, Frank fa carriera, alimentato da un odio che scorre in lui purissimo. Ha solo sedici anni e comanda una delle più famigerate gang di naziskin. Poi conosce leader di gruppi che vanno dalla Fratellanza Ariana al Ku Klux Klan. E diventa una sorta di celebrità. Quando guida un folle raid insieme ad altri due skin, viene arrestato e inizia il suo tour carcerario, ma in ogni prigione qualcuno legato al mondo del neonazismo lo protegge dai rischi peggiori. È proprio in carcere che Frank comincia a cambiare. Sbronze e Doc Martens ai piedi, ma le battute razziste non fanno più ridere come prima. E quando, al funerale di uno dei big suprematisti, è l'unico a non alzare il braccio nel saluto nazista, viene additato come un traditore. Da allora cerca di salvare gli altri dall'odio che ha rischiato di divorarlo.