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L'austerità è di destra. E sta distruggendo l'Europa
€ 13,00
Dettagli
FORMATO | Rilegato |
EDITORE | Il Saggiatore |
EAN | 9788842817772 |
ANNO PUBBLICAZIONE | 2012 |
CATEGORIA |
Economia, finanza e marketing Attualità e politica |
COLLANA / SERIE | La cultura |
LINGUA | ita |
Descrizione
Merkel, Sarkozy, Monti, Draghi, tutti a ripetere lo stesso mantra: austerità, pareggio di bilancio, taglio della spesa pubblica. E intanto la grande recessione ci rituffa nell'incertezza totale del settembre 2008, quando la Lehman Brothers crollò gettando i mercati finanziari nel panico. Se allora erano le banche a dover passare sotto le forche caudine della speculazione, adesso è la volta degli Stati, specialmente quelli europei, indebitati fino al collo per far fronte alla crisi e costretti a sottomettere il proprio debito al giudizio giornaliero dei mercati e alle bizze delle agenzie di rating. Dopo Grecia e Irlanda, anche Spagna e Italia sono arrivate a un passo dal baratro, mentre la politica monetaria appare impotente nell'impedire la frantumazione dell'Europa. Ma se l'austerità fosse il rimedio che aggrava la crisi invece di risolverla? Se i tagli e l'aumento delle tasse invece di risanare il bilancio deprimessero ulteriormente l'economia e quindi il gettito fiscale? Emiliano Brancaccio e Marco Passarella, rinnovando la lezione di Keynes, ci spiegano perché, di fronte a una crisi di domanda come la nostra, la linea dell'austerità va combattuta, in quanto conservatrice, antisociale e quindi antidemocratica. Perché l'austerità è di destra, anche se in bocca a politici di tutti gli schieramenti.