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La rovina come pretesto
Protezione:
Adobe DRM
€ 13,20
Dettagli
FORMATO | |
EDITORE | Quodlibet |
EAN | 9788822911865 |
ANNO PUBBLICAZIONE | 2021 |
CATEGORIA |
Architettura e urbanistica |
LINGUA | ita |
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Descrizione
Il volume prende le mosse dalla «vita degli edifici», valutati come
opere dell'uomo inscritte nella lunga durata temporale, e dunque
testimoni di vicende plurime: fondazioni, usi, abbandoni, trasformazioni, distruzioni, ricostruzioni. All'interno di tale casistica, l'autore ha circoscritto il campo d'indagine a interventi di ricostruzione esemplari, segnali di un felice rapporto fra antico e nuovo. Si tratta di architetture storiche gravemente danneggiate nel corso
della Seconda guerra mondiale – l'Alte Pinakothek, il Palazzo Abatellis, il Neues Museum –, sulle quali sono intervenuti noti architetti contemporanei (rispettivamente Hans Döllgast, Carlo Scarpa
e David Chipperfield) per restituire funzionalità e immagine alle
rovine. La destinazione museale comune alle tre opere non è indifferente alla tematica antico/nuovo, soprattutto se riguardata attraverso il fattore del tempo, che mette in confronto dialettico l'architettura e gli oggetti esposti. Il museo nasce infatti come eterotopia
spazio-temporale, luogo basato sulla raccolta e sull'avvicinamento
spaziale di artefatti di tempi molteplici. Il senso critico di questa
analisi comparata è chiaramente espresso da Massimo Carmassi
nell'introduzione: «riteniamo che l'aggiornamento delle norme sul
restauro debba derivare dall'analisi e dallo studio di un grande
numero di esempi contemporanei, la cui prassi di intervento progettuale sembra privilegiare la spettacolarità del nuovo piuttosto che la conservazione del patrimonio».
Gli interventi selezionati risultano infatti paradigmatici perché,
invece di cercare di risolvere il manufatto architettonico mutilo
in un'entità pacificata da un intervento conclusivo, volto al ristabilimento di una presunta facies originaria, agiscono su edifici «morti» restituendo loro una nuova vitalità. Tale vitalità è il risultato della tensione generata da calcolati scarti linguistici, formali
e materici: equilibrate dissonanze che restituiscono un'immagine
della fabbrica architettonica quale opera aperta, testualità affatto
preclusa a diverse ri-letture e ri-scritture.