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Descrizione
Come scrive Andrzej Turowski nel saggio di apertura a questo volume,
«quando si avverte la fine di una certa epoca si è spinti a interrogarsi
sul suo inizio. Sui tempi e i luoghi che hanno segnato la nascita di un mondo oggi morente. Sugli eventi che l'hanno accompagnata. Sull'aver riconosciuto le ragioni della sua disintegrazione postmoderna».
La riflessione portata avanti in Avanguardia polacca verte su un'esperienza artistica che ebbe origine in un'epoca d'incredibile fermento, un'epoca in cui l'entusiasmo e la speranza innervarono ogni campo
della vita culturale della Polonia – e non solo, se si pensa che fino al
1918 questo Paese era inesistente, spartito com'era tra le tre potenze
vicine. Il volume, attraverso il contributo dei maggiori studiosi ed
esperti della materia (Andrzej Turowski, Jarosław Suchan, Paulina
Kurc-Maj, Karolina Ziębińska-Lewandowska, Piotr Rypson e Luiza
Nader), si concentra sui fenomeni cruciali dell'avanguardia polacca:
le origini del modernismo; l'attività artistica e sociale dei suoi fondatori (Władysław Strzemiński e Katarzyna Kobro); le vicende di uno dei primi musei d'arte moderna al mondo, ovvero il Muzeum Sztuki
di Łódź, ancor oggi funzionante; il ruolo della la stampa artistica e
del fotomontaggio.
La Cronologia dell'avanguardia polacca, posta a chiusura del libro e
curata da Ewa Skolimowska, permette di ricollocare in un contesto
più ampio i fenomeni descritti nei singoli saggi, mentre la postfazione di Stefano Chiodi propone interessanti confronti con l'analoga esperienza italiana.