Salta al contenuto

Per gli acquisti online: spese di spedizione gratuite da 25€ - Per i soci Coop o con tessera fedeltà Librerie.coop gratuite a partire da 19€.

12 titoli per scoprire la letteratura coreana contemporanea

La letteratura sudcoreana è un riflesso della sua storia complessa e affascinante. Ecco i nostri consigli di lettura su autori e autrici che raccontano la Corea del Sud di ieri e di oggi.

letteratura coreana

Dagli anni Novanta in poi, la cultura pop della Corea del Sud ha conquistato il mondo: un fenomeno chiamato Korean Wave (“flusso o onda coreana”), guidato da K-pop e K-drama. Il web ci permette di fruire della musica e delle serie TV, scatenando la passione per gli idol (artisti musicali) e per prodotti come Squid Game (la serie distribuita da Netflix), ma l’interesse per il “Paese del calmo mattino” ha anche altri risvolti. Da alcuni anni, infatti, la letteratura coreana è sempre più presente sugli scaffali delle librerie e nei festival. Grazie all’interesse e al lavoro di traduzione consistente, sempre più opere di scrittrici e scrittori coreani arrivano in Italia: vediamo insieme alcuni titoli da non perdere, o da recuperare, per conoscere e scoprire la produzione della Corea del Sud.

 

La letteratura coreana contemporanea: caratteristiche, generi e titoli da non perdere

Esplorare la letteratura di un paese significa immergersi a fondo nella sua storia e nelle vicissitudini che l’hanno attraversata. Un’operazione affascinante, che ricostruisce il legame tra geopolitica e vita quotidiana, tra potere ed espressioni culturali. Nel caso della Corea del Sud, gli elementi e gli eventi di cui tenere conto sono davvero numerosi: le tradizioni millenarie, l’influenza della cultura cinese, il buddismo, il colonialismo giapponese, la guerra di Corea e la divisione del territorio (tra Nord e Sud) hanno avuto e hanno tuttora un peso sulla letteratura coreana contemporanea. 

 

Il boom economico degli anni Sessanta ha reso la Corea del Sud la quarta potenza economica dell’Asia. Un paese che si è evoluto, ha conosciuto l’urbanizzazione e il consumismo, la globalizzazione, la modernità con tutte le sue sfide: nella società coreana altamente competitiva, l’alienazione, la solitudine e il senso di inadeguatezza colpiscono molte persone, come raccontano spesso le opere di narrativa sudcoreana. Scrittori e scrittrici offrono uno sguardo attento e, in moltissimi casi, tagliente su caratteristiche e problemi della Corea di oggi. Anche la politica, su scala locale e globale, è spesso al centro delle opere letterarie, in particolare di fantascienza, e l’ironia è usata con intelligenza per affrontare argomenti delicati, dalle relazioni di potere al pacifismo. Infine, anche i generi thriller e horror contano un buon numero di titoli di successo in questo paese. 

 

“Coniglio maledetto” di Bora Chung

Apriamo i nostri consigli di lettura con una raccolta di racconti che è già stata tradotta in più di venti lingue. Finalista dell’International Booker Prize 2022, “Coniglio maledetto” di Bora Chung è surreale, agghiacciante, oscuro e molto, molto difficile da abbandonare, una volta iniziata la lettura. Dalle antiche tradizioni al conformismo, dai legami romantici al patriarcato, il mondo di Bora Chung è allo stesso tempo così lontano e così vicino al lettore da intrappolarlo, in senso positivo, tra le pagine.

 

“Whale” di Cheon Myeong-kwan 

Tensioni sociali e personali, inquietudini e problemi della società attuale emergono con chiarezza in molti romanzi sudcoreani. Il romanzo d’esordio dello sceneggiatore cinematografico Cheon Myeong-kwan, “Whale” , tradotto in italiano soltanto nel 2023, quasi vent’anni dopo l’uscita in patria, è un esempio di come questi temi si possano affrontare in maniera non solo originale, ma costruendo un’avventura indimenticabile, personaggi assurdi e luoghi fantastici come un cinema a forma di balena.  

 

“In orbita!” di Bae Myung-hoon

Ambientazione aerospaziale e satira pungente sono due degli ingredienti di “In orbita!”, un libro che conferma anche nel nostro paese la bravura di Bae Myung-hoon, apprezzato scrittore di fantascienza. Tutto inizia quando nel cielo compare un altro sole, che nella forma ricorda Pac-Man, la creatura protagonista del videogioco omonimo. Le Forze Spaziali devono intervenire per risolvere la situazione ed evitare che l’oggetto celeste surriscaldi troppo l’atmosfera: ciò che accade, però, è del tutto inaspettato e surreale, come i personaggi protagonisti degli eventi.

 

“L'origine delle specie” di Kim Bo-yung

Una società in cui i robot sono divisi tra accaniti sostenitori delle teorie evolutive e creazionisti. Un mondo in cui gli esseri umani sono piccoli e indifesi animali domestici, e loro padroni dei grossi draghi. Un futuro dominato dai giochi in realtà virtuale. “L’origine delle specie” di Kim Bo-yung raccoglie alcune delle storie più originali di una scrittrice che la Corea del Sud considera tra le più visionarie e lucide del panorama fantascientifico. 

 

“Pachinko - La moglie coreana” di Min Jin Lee

Un bestseller internazionale, finalista al National Book Award, da cui è stata tratta l’omonima serie TV: “Pachinko – La moglie coreana” di Min Jin Lee è un romanzo che si snoda lungo tutto il Ventesimo secolo, arrivando fino alle soglie degli anni Novanta. Protagonista è Sunja, che sposa un giovane pastore e lascia il suo paese natale per andare a vivere con lui, mentre il Giappone occupa la Corea, tra soprusi e violenze. Ed è proprio in Giappone che la coppia si stabilisce, in un quartiere dove vivono altri zainichi come loro, immigrati coreani, la cui vita è difficile e precaria. In quel luogo, le vicende di Sunja e dei suoi discendenti si incrociano con un fenomeno nascosto e poco legale, anche se molto diffuso: il gioco giapponese del pachinko.

 

“The hole” di Pyun Hye-young

La vita può cambiare di colpo, in pochissimi secondi: lo sa bene Oghi, rimasto paralizzato e vedovo in seguito a un incidente stradale. La suocera, nonostante il dolore per la perdita della figlia a cui era molto legata, decide di occuparsi di lui. Sembra un atto di estrema generosità, ma in “The hole” non c’è spazio per le buone azioni e i sentimenti positivi. Il libro di Pyun Hye-young, accostato per analogia a “Misery non deve morire” di Stephen King, è un thriller psicologico dai risvolti inquietanti, in cui il protagonista si ritrova prigioniero del proprio corpo, oltre che della propria abitazione, mentre ripercorre, un pezzo alla volta, la relazione con la moglie in un crescendo di segreti e non detti. 

 

“Il minimarket della signora Yeom” di Kim Ho-yeon

Un romanzo dai toni decisamente più leggeri è invece “Il minimarket della signora Yeom”, un libro delicato e commovente che nel 2021, anno della sua uscita in Corea, ha superato il milione di copie vendute. Prima opera dello scrittore Kim Ho-yeon a essere tradotta in italiano, è ambientata a Seoul, dove la signora Yeom gestisce un minimarket. Un giorno la donna perde la sua borsetta: a trovarla è Dokko, che vive nella stazione centrale e non ha alcuna esitazione a contattarla per fargliela riavere. Quel gesto è l’inizio di un legame inaspettato, perché la signora Yeom non solo invita Dokko al suo minimarket, ma lo invita a tornare nei giorni successivi, una gentilezza che permette sia a lei che a tutto il quartiere di scoprire cosa si cela sotto la barba e l’aspetto trasandato di Dokko. 

 

“Una piccola lavanderia a Yeonnam” di Kim Jiyun

Un’altra storia che mette al centro le relazioni umane, la loro bellezza e la loro importanza. Tra i moderni locali del quartiere Yeonnam-dong, una piccola lavanderia automatica resiste alle evoluzioni del luogo e diventa il punto di riferimento per gli abitanti. Basta un taccuino dimenticato per dare il via a un racconto collettivo delle vite di tutti i clienti, un diario che pian piano aiuta le persone a entrare in sintonia, darsi consigli, confidare dolori e accogliere speranze. “Una piccola lavanderia a Yeonnam” di Kim Jiyun è un romanzo che ci ricorda quanto sia importante, anche nella frenesia di una città come Seul, tessere e coltivare rapporti, concedendo a se stessi e agli altri la possibilità di essere gentili, comprensivi, aperti. 

 

“The Forest of Stolen Girls” di June Hur

Corea medievale, anno 1426. “The Forest of Stolen Girls” di June Hur comincia a Joseon, quando la vita tranquilla di una famiglia viene sconvolta dalla sparizione di Hwani e della sorella minore, ritrovate entrambe in stato d’incoscienza accanto a una scena del crimine. Alcuni anni dopo, la scomparsa di tredici ragazze spinge il padre di Hwani, il detective Min, a indagare. L’uomo, però, svanisce nel nulla: è Hwani, allora, a partire per cercare di risolvere il mistero.

 

La vegetariana”, “Atti umani” e “L’ora di greco” di Han Kang

Vincitrice del Premio Nobel per la letteratura 2024, del Man Booker International Prize e di diversi altri premi, Han Kang è una delle scrittrici sudcoreane più conosciute e lette fuori dal paese di origine. Non tutte le sue opere sono state tradotte in italiano: il primo romanzo pubblicato nel nostro paese è “La vegetariana”, la storia di una donna, Yeong-hye, che smette di mangiare carne. Chi le vuole bene e vive accanto a lei non comprende la sua decisione, dettata dal bisogno di allontanarsi dalla violenza, dal dolore e dall’aggressività degli esseri umani. Narrata quasi del tutto tramite le voci del marito, del cognato e della sorella, la vicenda di Yeong-hye porta a interrogarsi su questioni che riguardano la volontà del singolo e le consuetudini sociali, i bisogni e le costrizioni, il legame con il mondo animale e quello vegetale, la nostra natura. 

 

Con “Atti umani”, Han Kang ci porta indietro nel tempo fino al 1980, nel mese di maggio, in una Corea del Sud scossa da una ribellione studentesca e dal colpo di stato di Chun Doo-hwan. In un paese sotto la legge marziale, si consumano barbarie e sofferenze di cui non si è ancora parlato molto, almeno al di fuori della Corea. E la scrittrice non risparmia la sua penna nel narrare le storie dei prigionieri e dei sopravvissuti, così come di chi ha invece perso la vita durante gli scontri, costruendo un romanzo duro, spietato, che riprende una delle pagine più dolorose della storia collettiva sudcoreana.

 

Ambientato nella capitale Seul, “L’ora di greco” racconta invece di una perdita e di un tentativo di recupero: la protagonista del romanzo, infatti, non riesce più a parlare, a causa di alcuni traumi, e cerca di uscire dal mutismo con una strategia che aveva già funzionato in un altro momento della sua vita. Se da adolescente aveva recuperato pian piano l’uso della parola grazie a un vocabolo francese, da adulta è il greco che forse può aiutarla a parlare di nuovo. Il contatto con questa lingua sconosciuta le permette di conoscere un anziano professore, con cui si crea un legame molto intimo. 

 

Hangeul, un alfabeto patrimonio dell’UNESCO 

Prima di salutarti, abbiamo pensato di dedicare un po’ di spazio alla lingua di questi romanzi, o meglio, alla scrittura coreana, a cui questo popolo è molto legato. Il 9 ottobre di ogni anno, infatti, si festeggia l’invenzione e l’adozione dell’alfabeto hangeul (한글), nel XV secolo. Prima di questa data, si ricorreva alla scrittura cinese, che però era nota solo alle élite. Nel corso del suo regno, il sovrano Sejong il Grande si adoperò per diffondere la conoscenza sia a livello geografico che nelle diverse classi sociali, e ciò fu possibile soltanto grazie allo hangeul. Molti letterati preferirono continuare a scrivere in cinese, ritenendo che lo hangeul potesse al massimo essere usato dalle donne, non certo dagli uomini. In realtà, quindi, perché tutti iniziassero a usarlo ci volle del tempo. 

 

Oggi questo alfabeto, che compare nella sua prima forma all’interno di un documento chiamato Hunminjeongeum (훈민정음), è Patrimonio mondiale dall’UNESCO (dal 1997). A Seul, inoltre, è possibile visitare il National Hangeul Museum, con la sua vasta collezione di antichi manoscritti.

 

Adesso è davvero tutto. 
Ti lasciamo alla selezione dei librai e, come sempre, buona lettura!